XXXIV domenica. “Se tu sei”

XXXIV domenica. "Se tu sei"

Nella domenica ultima dell’Anno liturgico, solennità di Cristo Re dell’Universo, può apparire come una contraddizione proclamare la pagina evangelica di Luca che presenta Gesù sulla croce. Ma proprio in questa contraddizione riusciamo a comprendere che il regno del quale Cristo è Re non si identifica con un regno terreno. Nel nostro brano biblico per ben tre volte viene messa in discussione la regalità di Cristo. Prima dai capi del popolo, poi dai soldati e infine da uno dei malfattori. Ma proprio i capi del popolo, inconsapevolmente spiegano in che modo Cristo è Re: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Cristo è un Re che non salva se stesso, che non difende il proprio potere, che non scatena le forze della natura per convincere gli altri del suo potere. Scrive san Giovanni Crisostomo: «Non mentre risuscita un morto, o quando comanda ai venti e al mare, o quando scaccia i demoni, ma mentre è in croce, inchiodato, coperto di sputi e d’insulti, riesce a cambiar l’animo d’un ladro, perché tu possa scoprire la sua potenza» (Omelia sulla croce e il ladrone, 2). Egli è un Re che salva gli altri, non se stesso. Cristo esercita il suo potere nella logica dell’amore, non del dominio, ed è questo il “regno” che Lui è venuto ad inaugurare. «Se è lui il Cristo di Dio». Sono le parole con le quali, sia i capi del popolo, sia i soldati, sia il ladrone mostrano tutta la loro diffidenza. E’ difficile comprendere e quindi accettare la regalità di uomo condannato alla croce. Siamo abituati ad un ben altro tipo di potere. Siamo abituati a vedere le contraddizione di quanti, chiamati a governare gli altri governano se stessi e i propri interesse. Nella logica umana ogni regno si identifica con un potere. Anche noi cristiani preferiremmo che Cristo scendesse dalla croce per mostrare a tutti la sua potenza. Un Dio potente farebbe sentire potenti anche noi. Quante volte, di fronte alle ingiustizie, di fronte alle sofferenze, di fronte alla diffidenza di chi mette in dubbio la nostra fede siamo tentati di usare anche noi quel “Se”: se Dio è buono, se Dio esiste perché non interviene? Forse conviene per un attimo volgere lo sguardo a quel ladrone che, nonostante la derisione che lo circonda, chiede a Gesù: «ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Come spiega san Giovanni Crisostomo: «non sottovalutiamo questo ladro e non abbiamo vergogna di prendere per maestro colui che il Signore non ebbe vergogna di introdurre, prima di tutti, in paradiso» (ibidem).

Immagine: Andrea Mantegna, Crocifissione (Musée du Louvre, Parigi)

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