XIX Domenica. Con la forza di quel cibo

XIX Domenica. Con la forza di quel cibo

«Non mormorate tra voi»: da dove nasce la mormorazione dei Giudei contro Gesù? Nasce dall’inganno del pregiudizio, dalla presunzione di conoscere una persona solo perché se ne conoscono le origini. Come può Gesù affermare di venire dal cielo se ne conosciamo le origini? La mormorazione non è certamente un dialogo che apre al confronto, ma un parlarsi addosso che impedisce ai Giudei di andare oltre quello che vedono e sanno. C’è solo un modo per vincere questa presunzione: «Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre». Le parole di Gesù, non solo ricordano che la fede è un dono, ma allo stesso tempo affermano che la fede è un lasciarsi afferrare da Dio, senza opporre resistenza. Tuttavia l’ostilità dei Giudei offre a Gesù l’occasione per proclamarsi: «Io sono il pane vivo disceso dal cielo». Non si tratta di una semplice metafora, ma di una realtà con la quale l’uomo è chiamato a confrontarsi. Le parole di Gesù toccano la vita dell’uomo, coinvolgono il suo cammino e la mèta verso la quale egli intende andare. E’ quanto accade nella vita del profeta Elia, come ascolteremo dalla Prima lettura: «con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb». L’esperienza di Elia non potrà mai diventare nostra se non avremo fame perché ormai già sazi. La società nella quale viviamo sembra aver spento la nostra fame insieme ai nostri desideri. Ma le parole di Gesù portano più in profondità e sollecitano a chiedersi se avvertiamo il desiderio di avere una mèta capace di trasformare la vita in un cammino. Un antico e noto proverbio dice che le carovane non hanno mai raggiunto il miraggio, ma è il miraggio che ha messo in movimento le carovane. Per il credente, Gesù non è un miraggio e la sua promessa di vita eterna non è una favolosa  utopia. Per l’uomo che avverte la fame di una vita piena, il desiderio di verità, il bisogno di senso, la fede in Gesù mette in cammino e dona all’uomo la forza necessaria per sostenerlo. La tentazione che siamo chiamati a vincere è quella di lasciare che la nostra vita si adagi sulle comodità e il nostro cammino si arrenda davanti alle difficoltà. Per due volte, nel racconto del profeta Elia troviamo l’invito dell’angelo: «Alzati, mangia». Alzarsi è vincere la pigrizia o l’insidia della rassegnazione. Alzarsi è ritrovare un sussulto di dignità che ci fa restare in piedi anche davanti alle difficoltà.

don Mimmo

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *