Venerdì santo

Venerdì santo

Oggi il Signore nostro Gesù Cristo sta in Croce e noi facciamo una festa, perché tu capisca che la Croce è una festa e una celebrazione spirituale. Prima, si, la croce significava disprezzo, ma oggi la croce è cosa venerabile, prima era simbolo di condanna, oggi è speranza di salvezza. È diventata davvero sorgente d’infiniti beni; ci ha liberati dall’errore, ha diradato le nostre tenebre, ci ha riconciliati con Dio, da nemici di Dio ci ha fatti suoi familiari, da stranieri ci ha fatto suoi vicini: questa croce è la distruzione dell’inimicizia, la sorgente della pace, lo scrigno del nostro tesoro. Grazie alla Croce non vaghiamo più nel deserto, perché abbiamo trovato la via giusta; non stiamo più fuori della reggia, perché abbiam trovato la porta; non temiamo più i dardi infuocati del diavolo, perché abbiam visto dov’è la fonte dell’acqua. Grazie alla croce non c’è più vedovanza, abbiamo lo sposo; non temiamo più i lupi, abbiamo il buon pastore. Grazie alla Croce non abbiamo più paura del tiranno, siamo al fianco del re; e perciò facciamo festa celebrando la memoria della croce. Anche

(Giovanni Crisostomo, De Cruce et latrone)

Immagine: Paolo Farinati, La Crocifissione, Olio su tela, Verona (1524-1606)

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