III Domenica. “Mentre camminava”

III Domenica. "Mentre camminava"

“Mentre camminava”

 

 

Si conclude la missione di Giovanni Battista e inizia quella di Gesù che percorre le strade della Galilea. Il brano evangelico sembra ritmato dai verbi di movimento riferiti a Gesù. Ma il movimento non riguarda solo lui che lascia Nazareth per stabilirsi a Cafarnao, riguarda anche coloro che Gesù coinvolge nel suo cammino, come i primi discepoli sul lago di Tiberiade. All’inizio di un anno liturgico il cammino di Gesù assume un significato particolare per noi e diventa un invito a mettere i nostri passi sui suoi. Ma il cammino nel quale siamo coinvolti si illumina di un significato particolare con la profezia di Isaia che Gesù porta a compimento: “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce”. Come il popolo al quale si rivolge il Profeta, anche noi sappiamo bene quale drammatico significato ha quella situazione di “tenebre” dalla quale si desidera essere liberati. Nella profezia di Isaia le “tenebre” sembrano un richiamo al caos che precede la Creazione. A dare ordine a quel caos iniziale e avviare il disegno della creazione sarà il “sia la luce” pronunciato dal Creatore. Se poi, a quella profezia diamo un’interpretazione esistenziale, “abitare nelle tenebre” richiama la condizione di chi vive il caos dentro di sé, di chi è confuso perché non trova il senso della sua vita, di chi non sa verso quale direzione orientare i suoi passi. Il cammino di Gesù per le vie della Galilea è quindi il “cammino della luce” che introduce la nuova creazione, cioè la possibilità di non rimanere intrappolati nelle tenebre e mettersi in cammino perchè la Luce mostra la strada da percorrere. Rileggendo oggi quella pagina di Vangelo comprendiamo che Gesù non percorre più le strade della Galilea, ma quelle della nostra storia; non chiama più i pescatori di Galilea, ma chiama noi, che come i primi discepoli non gettiamo o ripariamo le reti, ma ne siamo intrappolati. “Vi farò pescatori di uomini”: non si tratta di cambiare mestiere, ma di dare un nuovo scopo al proprio lavoro. “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”: è l’invito a dare un orientamento nuovo al nostro cammino perché ora sappiamo chi dobbiamo seguire.

don Mimmo
immagine: Felice Campi, La vocazione degli Apostoli Pietro e Andrea (fine XVIII secolo)

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