II domenica. “Vedendo Gesù venire verso di lui”

II domenica. "Vedendo Gesù venire verso di lui"

“Vedendo Gesù venire verso di lui”

 

 

Il breve racconto di Giovanni sembra presentare solo due personaggi: Gesù e il Battista. In realtà c’è un terzo protagonista, che non viene menzionato ma è sulla scena. Sono coloro ai quali il Battista indica Gesù: “Ecco l’agnello di Dio”. Ma se Giovanni lo indica alla folla, dobbiamo pensare che Gesù non viene solo verso di lui, ma viene anche verso la folla. In questa domenica possiamo sentire rivolte a noi le parole del Battista che invita a guardare verso Cristo. Anzi, come ai tempi di Giovanni, siamo invitati a guardare Gesù che viene verso di noi, confermando ciò che la Scrittura ha sempre insegnato: prima ancora che l’uomo si metta in cammino verso Dio, è Dio stesso che si mette in cammino verso l’uomo. E’ questa la prospettiva che deve ispirare il modo di vivere la fede cristiana, spesso tentata di pensare a come conquistare la benevolenza di Dio. Dio non lo si conquista ma lo si accoglie. Indicando Gesù come “l’agnello di Dio” il Battista insegna che non siamo noi a dover offrire sacrifici a Dio perché è Dio stesso ad offrirsi per noi. L’insegnamento più bello e interessante di questa scena evangelica è sapere che Gesù viene verso di me, raggiunge anche me sulle sponde del Giordano, cioè nel mio desiderio di dare un senso nuovo alla mia vita, ma allo stesso tempo prigioniero dei miei limiti e del mio peccato. Gesù che viene verso di me insegna che non sono le mie preghiere o le mie buone azioni a garantirmi il suo amore, ma prima di tutto la mia disponibilità a fargli spazio nella vita. Questa consapevolezza aiuta anche a comprendere cosa sia il “peccato del mondo” che Gesù prende su di sé. In greco, il termine “peccato” è “amartìa” che significa “fallire il bersaglio” oppure “sbagliare direzione”. Tutti nella vita cerchiamo di “fare centro”, tutti siamo alla ricerca della vera felicità, tutti avvertiamo il desiderio di realizzarci. A volte, pur di esaudire il nostro desiderio, scendiamo a compromessi, calpestiamo la dignità degli altri, cerchiamo di eliminare chi intralcia il nostro progetto. Spesso, alla radice dei nostri fallimenti e delle nostre sconfitte c’è la presunzione di essere il centro del mondo, la presunzione di essere più importanti degli altri, la presunzione di poter costruire da soli il nostro futuro. Il “peccato del mondo” è rifiutare il Creatore per non riconoscersi creature. Il “peccato del mondo” è rivendicare la libertà da Dio convinti che Dio ci tiene schiavi del suo volere e dei suoi precetti. Gesù ancora oggi ci viene incontro non per rubarci la felicità, ma per indicarci la strada per raggiungerla.

don Mimmo
foto: Domenico Zampieri, detto il Domenichino, Il Battista indica Gesù (Opera Metropolitana di Siena)

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