Domenica I di Avvento. “E non si accorsero di nulla”
Come furono “i giorni di Noè”? Perché Gesù ne fa riferimento? Cosa facevano di male coloro che “mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito”. Forse la risposta è nel giudizio che Gesù dà su di loro: “Non si accorsero di nulla”. Essi erano solo preoccupati di nutrirsi e accoppiarsi. Ma quel rimprovero raggiunge anche noi, spesso incacaci di leggere quello che accade e preoccupati solo di riempire le nostre agende di impegni, di correre contro il tempo, di cercare momenti di evasione che offrono felicità a poco prezzo e a breve respiro. Anche noi, corriamo il rischio di vivere in una società che “non si accorge di nulla”. Non si accorge di chi gli sta accanto, non si accorge che la vita vale più del denaro, che un’amicizia vera rende più del potere. Non si accorge di chi ha bisogno, non si accorge che il tempo dedicato a chi ami è più importante di un’agenda piena di appuntamenti. La lettura del Vangelo in questa prima domenica insegna che il tempo di “avvento” chiede di essere “avveduti”, accorti, vigilanti. E a questo riguardo, il giudizio di Gesù è molto severo: “Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato” perché uno sta lavorando e l’altro vivacchiando, uno si sta guadagnando il pane, l’altro lo sta rubando. Non si tratta di vivere sotto la minaccia del giudizio finale o di lasciarsi rattristare dal pensiero della morte. La vigilanza alla quale il Signore ci invita è uno sguardo più attento alla nostra vita e alla nostra responsabilità nel mondo. Essere vigilanti è anche l’impegno a guardare oltre gli stretti orizzonti di un’esistenza rassegnata alla routine delle cose da fare. Non siamo stati creati solo per mangiare e riprodurci. Il sogno di Dio è molto più grande dei nostri sogni e il suo progetto su di noi ci porta molto più lontano dei nostri piccoli desideri.
don Mimmo
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