Domenica della SS. Trinità. Nel vortice dell’Amore

Domenica della SS. Trinità. Nel vortice dell'Amore

Dal Vangelo secondo Giovanni  16,12-15

              In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Il mistero della Trinità provocare in noi una domanda: chi è Dio? Ma si tratta di una domanda alla quale è difficile rispondere perché non è possibile costringere Dio in una definizione. Di fronte al mistero della Trinità dobbiamo riconoscere che non possiamo “dire” chi è Dio, però lo possiamo “raccontare”. Gesù stesso, quando si trattava di parlare di Dio spesso ricorreva alle parabole per raccontare l’amore del Padre per gli uomini. Dio lo possiamo raccontare prima di tutto attraverso il libro del Creato. Infatti, il brano tratto dal libro della Sapienza che la liturgia propone in questa domenica come prima lettura è un invito a contemplare la presenza di Dio prima di tutto nell’opera della creazione. L’uomo che si lascia affascinare e interrogare dalla bellezza del creato scopre che esso racconta l’opera del suo Creatore. Ma c’è qualcosa, o meglio qualcuno che ancor più che il creato può raccontare Dio: l’uomo. L’uomo del quale Dio stesso si prende cura, tanto che siamo portati a chiederci: “cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?” (Salmo 8). Il mistero della Trinità che la Chiesa celebra in questa domenica è soprattutto invito a contemplare la premura di Dio per l’uomo, il mistero dell’Amore che raggiunge l’uomo. Di questo Amore il Padre è la sorgente. Cristo ce lo ha rivelato e lo Spirito ce lo ha comunicato. Come spiegava papa Benedetto XVI, Dio “non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica” (Angelus del 7.06.2009). Anche l’uomo è chiamato ad uscire dalla sua solitudine per aprirsi all’esperienza dell’amore. Non possiamo vivere senza amare ed essere amati. Per questo siamo battezzati nel nome della Trinità, per entrare nella dinamica dell’amore che trova in Dio la sua stessa sorgente. Per quanto il mistero della Trinità sembra ricordare la distanza tra la realtà dell’uomo e la realtà di Dio, allo stesso tempo ci permette di guardare alla nostra storia come una storia di salvezza perché segnata dall’amore di Dio per l’umanità.

don Mimmo

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *