Assunzione della Beata Vergine Maria

Assunzione della Beata Vergine Maria

“Non sarà mai tolta al mondo la tua protezione”

 

 

Nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria ci affidiamo ad un brano di un’Omelia di Germano di Costantinopoli in occasione della Dormitio Mariae, così come viene chiamata in Orienta la festa dell’Assunzione. Patriarca di Costantinopoli, Germano visse nell’VIII secolo ed ebbe un ruolo significativo nella storia complessa della lotta per le immagini, (crisi iconoclastica), affrontando con coraggio l’imperatore iconoclasta Leone III Isaurico, autore del primo editto che vietava la venerazione della immagini e delle icone, e quindi ne autorizzata la distuzione.

 

È ora, dice il Signore, che ti porti con me, o Madre mia. Come hai riempito di gioia la terra e coloro che abitano in terra, o piena di grazia, così rallegra i celesti. Fai lieta la casa del Padre mio: ravviva gli spiriti dei santi. Vedendo infatti la tua festosa Assunzione tra una moltitudine di angeli si renderanno conto che, per tuo mezzo, una porzione di loro stessi venga ad abitare nella mia luce. Vieni, dunque, con gioia. Ave anche ora e sii felice, come già quella volta; hai, infatti, la pienezza di quanto veniva significato con le parole piena di grazia. Ricevesti un messaggio di gioia, quando stavi per concepirmi; godi ora che sei invitata all’Assunzione con me. Non ti turbi l’abbandono di un mondo, che si corrompe con i suoi desideri. Tu superi la sua corruzione; e non è che lasci privi del tuo aiuto coloro che sono nel mondo; ma come io, che non sono del mondo, guardo con occhio di misericordia coloro che sono nel mondo e li guido con la mia provvidenza, così, fino alla fine, non sarà mai tolta al mondo la tua protezione…

Perciò dove sono io, devi stare anche tu, madre inseparabile, nel Figlio indiviso. Dov’è Dio, c’è ogni bene, ogni piacere, tutto è giocondo. Nessuno che ha visto il mio splendore, pensa d’andar via. Nessuno che ha assaggiato la mia pace, vuole più le cose di un mondo che perisce. Chiedi a Pietro, se ci sia un paragone tra il mondo e il Tabor, dove egli poté vedere per un momento il mio splendore…

La morte non avrà nulla da gloriarsi su di te, poiché tu hai portato nel tuo ventre la Vita. Sei stata il mio recipiente; nessuna cosa lo spezzerà, nessuna caligine ti porterà nel buio. Vieni da tuo Figlio di buon animo, voglio farti felice, come lo può volere un figlio: voglio ricompensarti per avermi ospitato nel tuo seno: voglio ripagarti per il latte che m’hai dato: voglio contraccambiarti l’avermi allevato; voglio darti testimonianza che sei mia madre. Tu che, o Madre, hai avuto me come tuo unigenito, vorrai certo stare con me; so molto bene che non puoi portare il tuo amore a un altro figlio. Io ti ho fatta vergine madre. Io ti farò madre felice di tuo Figlio. Ti farò il mondo debitore e farò più gloriosa la tua uscita dal mondo. Ti farò muro del mondo, ponte di quelli che sono sbattuti dai flutti, bastone di quelli che non si reggono, avvocata dei peccatori, scala che porti al cielo i mortali.

Germano di Costantinopoli, Hom. in Assumpt., nn. 1824-1826

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