Ascensione del Signore “La nostra umanità è innalzata”

Ascensione del Signore "La nostra umanità è innalzata"

L’orazione che introduce alla celebrazione dell’Ascensione del Signore sembra indicare ai credenti l’atteggiamento con il quale vivere questo Mistero: “Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre”.  Il verbo “esultare” (ex – saltare) porta lo sguardo verso l’alto e invita a “saltare” di gioia. La preghiera spiega anche il motivo per cui la Chiesa è invitata a guardare verso l’alto: “perché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te”. Il Cristo fatto uomo non abbandona la sua umanità, ma la porta con sé alla destra del Padre, accendendo negli uomini che sono sulla terra l’anelito verso il cielo. L’orizzonte che l’Ascensione del Signore apre all’umanità trasforma la vita stessa di coloro che credono in Cristo.  Per comprendere in che modo l’Ascensione del Signore tocca la vita del credente, diventa necessario chiedersi: dove guardiamo nel nostro cammino? Quale mèta orienta i nostri passi? Cosa cambia nella vita dell’uomo quando il suo sguardo non è più limitato alle realtà che lo circondano e lo condizionano? A queste domande offrono una risposta le promesse di Gesù ai suoi discepoli, nel momento in cui li rassicura: “Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono”. Se dovessimo interpretare questi segni come miracoli, rimarremmo ben presto delusi. La missione che Gesù affida ai suoi discepoli non è compiere miracoli, ma annunciare il suo Vangelo con la vita. San Francesco diceva ai suoi frati: “Predicate sempre il Vangelo e, se necessario, anche con le parole” (Fonti Francescane, 43). I “segni” dei quali Gesù parla ai suoi discepoli fanno riferimento alla testimonianza che daranno, non ai miracoli che faranno. “Scacceranno i dèmoni” perché aiuteranno se stessi e coloro che accolgono il loro annuncio ad allontanare il “diabolos”, cioè tutto ciò che ostacola il cammino dell’uomo verso Dio. “Parleranno lingue nuove” perché sapranno parlare il linguaggio universale dell’amore. “Prenderanno in mano i serpenti” perché sapranno riconoscere il male e tenerlo stretto tra le mani perché non insidi la loro vita. Anche se “berranno il veleno, non recherà loro danno” perché, pur vivendo nel mondo, non si lasceranno sedurre dal veleno del potere, del successo, dei tradimenti o dell’indifferenza. Potranno “guarire i malati” perché sapranno prendersene cura e far sperimentare loro la vicinanza di Dio. L’Ascensione di Gesù non promette una vita ricca di prodigi, ma una vita completamente trasformata. Quando nella vita cambia l’orizzonte verso cui guardi, cambia anche la direzione del tuo cammino. Queste promesse di Gesù si realizzeranno nella vita del discepolo che sa tenere alto il suo sguardo. Si realizzeranno nella vita di colui che non si preoccupa di misurarsi con l’angusto orizzonte della terra, con i paragoni e le rivalità che lo costringono a cercare ad ogni costo il potere o il successo per poter essere qualcuno. Il discepolo di Cristo sa che la sua umanità tende verso una realtà più grande. Celebrare l’Ascensione del Signore non è lo sguardo rassegnato verso il cielo, ma il mistero che accende il desiderio del cielo.

                                                                                                                      Mimmo Falco

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