XXXI Domenica. “Uno solo è la vostra Guida”

XXXI Domenica. "Uno solo è la vostra Guida"

Il messaggio che il Vangelo offre in questa domenica è abbastanza immediato, ma non sarebbe corretto pensare che le dure parole di Gesù siano solo una condanna per “scribi e farisei”. Piuttosto esse riguardando tutti coloro che hanno la pretesa di “sedere in cattedra” pensando che insegnare sia solo una questione di parole.  Infatti, il primo rimprovero di Gesù nei loro confronti è molto chiaro: «dicono e non fanno». E’ una precisa definizione di cosa sia l’incoerenza. Anzi, Gesù non si limita a definirla, ma la spiega attraverso alcuni atteggiamenti concreti: l’ammirazione degli altri, la pretesa di privilegi, l’orgoglio di farsi chiamare “maestro”. Come non pensare che questi atteggiamenti li ritroviamo anche tra noi, nella nostra società, nelle nostre comunità e forse, in noi stessi?  Sono personaggi concreti della nostra società quelli che si lasciano prendere dall’ansia di apparire migliori degli altri o quelli che approfittano del loro ruolo sociale o politico per rivendicare privilegi senza preoccuparsi della responsabilità che il ruolo affida loro. Così come sono personaggi concreti della nostra società quanti, attraverso libri, interviste, televisione, pretendono di educare gli altri, mentre la loro vita smentisce lo stile che insegnano agli altri. Ma l’intervento di Gesù riguarda in modo particolare i cristiani, le nostre comunità. Ai suoi discepoli, infatti, egli dice: «Ma voi». Il messaggio è chiaro: ai suoi discepoli, alla sua comunità, Gesù chiede di non lasciarsi sedurre da questo atteggiamento. Qui sono chiamati in causa prima di tutto coloro che svolgono un ministero al servizio della comunità perché non cedano alla tentazione di mettere la comunità al servizio delle proprie ambizioni. Chi ha il compito di spiegare agli altri la Parola di Dio, almeno questa volta, dovrebbe lasciarsi prendere da un sussulto di onestà e avere l’umiltà di spiegarla prima di tutto a se stesso. Come direbbe san Girolamo: “Guai a noi, sventurati, se abbiamo ereditato i vizi dei farisei!” (Commento al Vangelo di Matteo, IV). Resta, comunque, una responsabilità che tocca tutti perché nessuno può sentirsi vaccinato contro la tentazione di una fede ipocrita e incoerente. Allo stesso tempo, le parole di Gesù suonano come un invito ad un atteggiamento più accorto e più critico nei confronti di quanti, sia nella vita sociale che religiosa, pensano di poter affascinare e convincere gli altri con la forza della parola. Purtroppo, a volte ci riescono! Essi dicono e non fanno”: le parole di Gesù sono molto chiare. L’insegnamento più vero raggiunge gli altri più con la testimonianza che con le parole, soprattutto quando mira alla vita delle persone.

 

don Mimmo

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