XIX domenica. “DOV’È IL VOSTRO TESORO, LÁ SARÀ ANCHE IL VOSTRO CUORE”
In una cultura caratterizzata dalla fretta, dall’efficientismo, dalla produttività diventa difficile parlare di vigilanza. A molti, tale atteggiamento appare come un impedimento al fare, un atteggiamento che contrasta con la vita perché alimentato dalla minaccia della morte. Ma nell’insegnamento di Gesù l’invito a saper essere vigilanti non è certamente un invito a lasciare ogni attività per mettersi in preghiera. Tanto meno le parole di Gesù sono una minaccia che mira a distogliere dalla forza e dal profumo della vita. Al contrario, le sue parole vanno molto più lontano, vanno prima di tutto al cuore: “Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. La vigilanza alla quale Gesù chiama è prima di tutto verso se stessi, verso il proprio stile di vita. “Fatevi borse che non invecchiano”. E’ l’invito a saper discernere le cose a cui diamo peso e valore perché può succedere che le cose sulle quali abbiamo investito tutte le nostre energie e le nostre premure ci lascino con le mani vuote. Ma forse il cuore del messaggio che Gesù vuole offrirci sta nel riferimento all’”amministratore fidato e prudente”. Nell’ottica cristiana questo riferimento si traduce nella consapevolezza che la vita è un dono. Ci è data ma non ci appartiene, la viviamo ma non la possediamo. Non è facile sottrarsi alla tentazione di aggrapparsi a tutto ciò che, secondo la mentalità del tempo, garantisce sicurezza e potere. Forse per questo, Gesù all’inizio del suo discorso si rivolge al “piccolo gregge” invitandolo a non temere, a non lasciarsi sopraffare dalla paura. Il gregge non è “piccolo” per il numero esiguo delle sue pecore o delle sue risorse. Rimarrà sempre “piccolo” anche quando sarà numeroso, perché consapevole dei propri limiti saprà affidare la propria vita alla forza di Dio e con la stessa forza saprà agire nel mondo testimoniando la presenza di Dio.
don Mimmo
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