VI Domenica. “Ma io vi dico”

VI Domenica. "Ma io vi dico"

Siamo nel contesto del Discorso della Montagna aperto con le Beatitudini. Gesù continua il suo discorso ritmandolo con un “Avete inteso … ma io vi dico”. Per questo motivo, il brano offerto questa domenica dalla liturgia viene comunemente detto “delle antitesi”. Ma un titolo di questo genere può provocare una confusione. In modo particolare, si potrebbe pensare che Gesù contrappone una nuova legge alla vecchia. Non è certamente questo il senso delle parole di Gesù. Gesù lo ha già spiegato introducendo il suo discorso: “Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”. Il discorso di Gesù, quindi, non getta discredito sulla Legge che fino ad ora ha contraddistinto l’alleanza tra Dio e il suo popolo. Tuttavia Gesù chiede di non fermarsi ad un’osservanza fredda della legge e per spiegare quale atteggiamento assumere di fronte alla legge porta tre esempi. Egli cita prima di tutto il quinto comandamento: “Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; il sesto e il nono: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio” e l’ottavo: “Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non giurerai il falso. Sono tre comandamenti che toccano il rapporto con gli altri. Citando questi comandamenti, Gesù spiega che è possibile trasformare l’altro in una vittima senza necessariamente ucciderlo, perché ogni volta che una nostra offesa è lanciata verso l’altro provochiamo una vittima. Gesù spiega che è possibile trasformare l’altro in un oggetto, non solo quando lo si coinvolge in un adulterio, ma ogni volta che il nostro sguardo spoglia l’altro per renderlo oggetto dei nostri desideri. Infine, Gesù spiega che non si commette un’ingiustizia solo quando si dice il falso, ma ogni volta che il nostro linguaggio è ambiguo e le nostre parole non possiedono la forza della verità, tanto da cercarla in un giuramento. In definitiva, Gesù sta dicendo semplicemente che non è sufficiente osservare la Legge fatta di comandamenti se non è supportata dall’unico comandamento che li sintetizza, quello dell’amore. Gesù sta spiegando che il rispetto dei Comandamenti non sono la garanzia del nostro rapporto con Dio, ma sono la strada per vivere in modo autentico il nostro rapporto con gli altri. Questa prospettiva sollecita a rivedere il nostro modo di vivere la fede, spesso pensata e vissuta solo come una relazione che riguarda noi e Dio. In questo modo, rischiamo di provocare una frattura tra la fede e la vita. Gesù lo dice chiaramente quando invita a preoccuparsi di riconciliarsi con il fratello prima di offrire il proprio dono a Dio. Un modo molto efficace per dire che devo essere io a fare il primo passo per accorciare le distanze tra me e l’altro, perché chi è lontano dal fratello è lontano anche da Dio.

don Mimmo

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