Natale del Signore. Oggi per voi

Dal Vangelo secondo Luca
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
“Oggi è nato per voi”. Quell’avverbio di tempo dice chiaramente che il Natale non ci riporta indietro per farci ricordare un evento passato. “Oggi”: significa che la storia di Dio si intreccia con la nostra storia. Siamo destinatari del grande dono di Dio, del suo venire in mezzo a noi, nella nostra storia. E come viene Dio? “Questo per voi il segno: troverete un bambino”: Dio si rivela e si offre all’umanità nella fragilità di un bambino per dirci che nessuna storia è sterile, qualunque essa sia. Anche il tempo che stiamo vivendo, caratterizzato da sofferenza, incertezze e delusioni è un tempo fecondo perché quel Bambino è “per voi”. Quel Bambino è pegno di un tempo che si apre al futuro ma del quale noi stessi dobbiamo prenderci cura. Secondo il racconto di Luca sono i pastori che si lasciano mettere in cammino dall’annuncio dell’angelo. Gente povera che non ha altra preoccupazione se non quella di custodire il gregge; uomini che vegliano, non per una serata da sballo o un cenone in famiglia, ma perché fedeli al proprio compito. Uomini che non restano indifferenti all’annuncio della buona notizia e si mettono in cammino sollecitati dal desiderio di vedere. Il Natale ci farà scoprire la fecondità del nostro tempo solo se Dio sarà più grande delle nostre preoccupazioni, se ci sveglierà dalle nostre illusioni per affrontare la realtà e contribuire a piantare semi per il nostro futuro. Dio “oggi” entra nella storia, perché possiamo imparare ad accettarla, qualunque essa sia, certi che anche nella sofferenza o nelle prove della vita si nasconde un germe di fecondità che dobbiamo scoprire e curare.
don Mimmo
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