Natale del Signore

Dal Vangelo secondo Luca 2,1-14
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
Dal Vangelo secondo Giovanni 1,1-18
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
Rispetto alle altre feste cristiane, il Natale è la festa che supera il confine della liturgia cristiana e invade spazi che non hanno nulla di spirituale. Ma un Natale spogliato del suo autentico significato può dare voce solo ad un vacuo e melenso sentimentalismo che sfiora la pelle, ma non rimane nel cuore. Tuttavia, anche in una festa spoglia della sua dimensione spirituale, i più attenti e sensibili avvertono il bisogno di un riferimento più profondo, più alto, di un’occasione che aiuti a ritrovare il volto più bello e luminoso della nostra umanità. L’uomo ha bisogno di Dio anche se spesso non lo ammette o non lo sa esprimere. Il momento storico che stiamo vivendo, frastornato e minacciato dalle tante notizie di violenza e di sofferenza, dovrebbe sollecitare il desiderio di portare lo sguardo al significato originale del Natale per attingerne il suo autentico messaggio che ancora oggi ci raggiunge per dirci qualcosa di straordinario. Se prendiamo tra le mani i Vangeli ci rendiamo conto di come la nascita di Gesù sia presentata in tre modi diversi da Matteo, Luca e Giovanni. La diversità dei racconti testimonia la ricchezza del Mistero dell’Incarnazione e conferma che non è possibile ridurre la venuta di Dio nella nostra storia ad una semplice storia. Il Vangelo di Luca dice che la nascita di Gesù avviene durante il grande censimento di Cesare Augusto e annota che «Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città». Non è una semplice indicazione storica. Qualcosa di inaudito sta accadendo nella storia degli uomini: mentre i grandi della terra sono preoccupati di misurare la grandezza del proprio potere, Dio entra nella storia degli uomini per donare il suo potere, così come afferma il Vangelo di Giovanni proclamato nel giorno di Natale: «A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio». In questo movimento di persone creato dal censimento chi si accorge che qualcosa di meraviglioso sta accadendo proprio sotto i suoi occhi? Secondo il racconto di Luca solo i pastori che «vegliavano tutta la notte». I pastori, gente povera che non ha altra preoccupazione se non quella di custodire il gregge loro affidato. Gente che la notte resta sveglia, non per una serata da sballo o una partita a carte tra amici, ma perché fedele alla propria responsabilità. Oggi, quei pastori che restano svegli nella notte sono i tanti che non riescono a trovare pace per una situazione che li addolora o li preoccupa. Il Natale non porterà niente di nuovo e di bello se Dio non è più grande delle nostre preoccupazioni, dei nostri sogni, delle nostre illusioni, del nostro correre da una parte all’altra. La vera gioia non la possiamo costruire, ma solo accoglierla e viverla come un dono. «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia»: la visione del Profeta è il dono che Dio oggi realizza per chi è capace di meravigliarsi ancora una volta di fronte al mistero del Natale.
don Mimmo
foto: Peter Paul Rubens, Adorazione dei pastori, Pinacoteca Civica, Fermo
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