I domenica di avvento. La vostra liberazione è vicina
Dal Vangelo secondo Luca 21,25-38.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
“Farò germogliare per Davide un germoglio giusto”. L’immagine del “germoglio” annunciata da Geremia esprime molto bene l’inizio del nuovo anno liturgico che la Chiesa si appresta a vivere. Il “germoglio” è segno di una vita che sta per ricominciare, nonostante il freddo dell’inverno sembra aver addormentato o fatto morire tutto quanto ci circonda. Le parole di Geremia suonano come una promessa che permette anche a noi, oggi, di ricominciare. “Ecco verranno giorni”: sono parole che ci proiettano verso il futuro, anzi, l’avverbio “ecco” dice che siamo già proiettati in questo futuro. Ogni volta che si ricomincia si entra nel futuro. Ma di quale futuro si tratta? Il germoglio di cui parla il profeta è un germoglio “di giustizia”. La “giustizia” attribuita a Dio, più che toccare la sfera della legge, chiama in causa la realtà dell’amore. Dio fa giustizia riportando equilibrio nella vita dell’uomo. Dio fa giustizia liberando l’uomo da tutto ciò che lo opprime, da ogni realtà che spinge in basso il piatto della sua bilancia. “In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla”. Questa è la giustizia di Dio: salvare l’uomo da ciò che lo minaccia e offrirgli una vita tranquilla. Salvare l’uomo dal pericoloso nemico della morte, dalla paura che essa provoca, ma allo stesso tempo, liberandolo dal peccato che appesantisce la sua vita. La promessa di Dio per bocca di Geremia ci aiuta a comprendere meglio le parole di Gesù ascoltate nel Vangelo: “le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte”. La fine dei tempi ripoterà il mondo nel caos primordiale, non per decretarne la fine ma per dare inizio ad una nuova creazione: “allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria”. La venuta di Gesù nella gloria darà inizio a quella vita che Dio aveva progettato per l’uomo sin dall’inizio. Ma di fronte a questo sconvolgimento cosmico solo chi avrà perseverato, solo chi sarà stato vigile nella fede, non si lascerà angosciare dalla paura. A chi avrà conservato la fede, a chi avrà coltivato nel suo cuore la speranza dell’incontro finale con Dio, Gesù rassicura: “alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. E’ quello che siamo invitati a vivere in questo tempo di avvento: alzarci e levare il capo. Alzarci, per metterci in cammino senza lasciarsi impigrire dall’ozio o fermare dalla rassegnazione. Allo stesso tempo, siamo invitati a levare il capo, a guardare avanti, a rialzare lo sguardo verso il cielo per aprire la nostra vita ad un orizzonte più grande dei nostri piccoli recinti.
don Mimmo
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