Ascensione del Signore. La festa del desiderio

Ascensione del Signore. La festa del desiderio

Anche se Matteo non parla esplicitamente del Mistero dell’Ascensione, il breve testo offerto dalla liturgia ci permette di coglierne il significato. Al termine del suo Vangelo, al termine quindi del cammino di Gesù sulle strade della nostra terra, Matteo racconta dell’incontro di Gesù con i suoi discepoli in Galilea, là dove tutto è iniziato. Ma il collegamento più interessante con l’inizio del Vangelo sono le parole di Gesù rivolte ai discepoli: «Io sono con voi, tutti i giorni». Ricordiamo a questo proposito la profezia citata da Matteo all’inizio del suo Vangelo, nel racconto dell’annuncio a Giuseppe: «la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi». Il Vangelo di questa domenica, non ci riporta quindi indietro nel tempo, ma apre il nostro sguardo sulla storia di oggi. Il riferimento alla terra di Galilea dove Gesù incontra i discepoli sottolinea la contemporaneità di questo storia. Non la città santa di Gerusalemme, ma una terra pagana, una terra simbolo di una umanità che non conosce ancora Dio e dove convivono le diverse culture. Galilea è quindi immagine del nostro mondo e della nostra storia. Allo stesso tempo, lo sguardo al quale ci apre il Vangelo di questa domenica diventa ancora più reale nel momento in cui ci racconta l’atteggiamento dei discepoli: «Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono». Può sembrare contraddittorio affermare che i discepoli, vedendo il Signore gli si prostrano davanti e tuttavia sono abitati dal dubbio. Ma è un’affermazione che ci conforta e non condanna la nostra fede soffocata a volte dal dubbio. Introducendo la prima “Cattedra dei non credenti” il Cardinal Martini affermava: «Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente, che si parlano dentro, si interrogano a vicenda, si rimandano continuamente interrogazioni pungenti e inquietanti l’uno all’altro». Ma questa situazione ambigua dei discepoli non impedisce a Gesù di inviarli nel mondo, assicurando loro la sua stessa presenza. Forse il dubbio che porteranno con sé li aiuterà a non cadere nella tentazione di annunciare se stessi, li aiuterà a comprendere anche i dubbi di quelli ai quali rivolgeranno il loro annuncio, li aiuterà a vivere nell’umiltà perchè comprenderanno la sproporzione tra quello che sono e quello che devono dare. Alla luce del nostro brano evangelico ci è più facile comprende che il Mistero dell’Ascensione può accedere in noi il desiderio della fede. Un desiderio che esprime il nostro desiderio del cielo, il desiderio di una vita senza fine e con un fine: incontrare Dio. Lo esprime molto bene la Colletta che apre la liturgia di questa solennità: «nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria».

Mimmo Falco

Immagine: Giovanni Maria Galli detto il Bibbiena (1625-1665), Ascensione di Cristo, Certosa di Bologna, Chiesa di San Girolamo

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