BuonSenso #5

BuonSenso #5

L’avvenire appartiene a coloro che avranno la memoria più lunga

Baal Shem Tov

Si è giunti alla fine dell’anno e solitamente si tirano le conclusioni di ciò che è stato. Una frase molto comune di questi periodi è: «un anno da dimenticare». Dietro questa espressione è celato un approccio alla vita che vuole nascondere ciò che non risulta essere positivo, per tenere solo ciò che è stato motivo di gioia o di pace. Eppure sono proprio i dolori, le delusioni, i fallimenti, le angosce, le frustrazioni, i sensi di impotenza, le prove a far emergere cosa si cela in alcuni anfratti del cuore. Paure, zone oscure e risorse si sono rivelate: non importa se siano state fonte di malessere o di coraggio, ma che le si siano potute conoscere.

Tutto ciò permette di dire: «io sono anche questo», «noi siamo anche questo». Perché nel 2020, segnato dalla tribolazione di massa della pandemia e delle sue conseguenze sulla vita sociale, si sono mostrate anche dimensioni del nostro modo di vivere insieme, con semi di resilienza e solidarietà, ma anche muffe di una civiltà disgregata e ripiegata sugli interessi dei singoli.

Allora quest’anno, più che mai, sarà un anno da ricordare, perché come suggerisce il saggio ebreo, si può costruire il futuro solo a partire dalla memoria del passato, senza nascondere o dimenticare, ma affrontando e prendendosi cura.

Don Alfredo

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