BuonSenso #12

BuonSenso #12

Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi
che scendono fin nel più intimo

Libro dei Proverbi 18,8

Per questo tempo cristianamente di quaresima, ancora un proverbio legato alla sfera del cibo. La similitudine sapienziale serve a parlare delle “parole del calunniatore”. Esse si presentano con due caratteristiche: sono deliziose da assaporare e si insinuano nel più profondo di chi le ascolta.

Il segreto non sta tanto nelle parole in sé, quanto nell’abilità del cuoco (il calunniatore), che è in grado di combinare gli ingredienti (le persone coinvolte) con i condimenti giusti (un fatto specifico) nel giusto tempo di cottura (la modalità del racconto); il tutto insaporito con un pizzico di sale e peperoncino (il particolare che stuzzica la fantasia). Il tutto va presentato nel momento giusto, ossia quando chi ha ascolta ha proprio voglia di quell’ingrediente da mangiare.

Oggi non si parla più tanto di “calunnie”, quanto di fake news. È un termine più innocuo, che trasmette l’idea di “innocenti bugie, per scherzare un po’”. Eppure anch’esse, se gustate o a propria volta raccontate, hanno il potere di trasformare l’intimo, lo sguardo personale sulle persone e sulla realtà, senza che ce ne si accorga. Queste “notizie” girano sul web, come anche tra le strade o nelle stanze delle confidenze.

L’esercizio del digiuno consiste, allora, anche nel saper resistere all’invito di gustare i bocconi succulenti di queste storie, per non inquinarsi lo stomaco. Si pensa spesso al dover trattenere la lingua, forse occorre anche prestare attenzione a non far mangiare troppo le proprie orecchie.

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